Recensione di Chiara Innocenti

martedì 20 ottobre 2009 alle 00:01
Giordano Pini è un artista molto particolare, un po’ diverso dallo stereotipo che immaginiamo: è una persona molto affabile e consapevole della difficoltà del suo lavoro, le sue opere sono una sintesi di arte moderna e contemporanea cioè l’unione tra arte figurativa e concettuale.
Ad una prima osservazione si rimane estasiati e attratti dalla bellezza delle sue opere, dalla varietà delle tecniche e dei materiali utilizzati come legno, fossili, pietre, perle, argento, quarzi citrini, ametiste, ciottoli, bronzo, tomaline, howlite, smeraldi, diamanti, rubini, alluminio, ottone, onice vitreo, vetro, terracotta, plexiglass, shibuishi, ematite … per questo la sua arte può essere considerata arte moderna; la sua bellezza oggettiva è indiscutibile ma allo stesso tempo è arte contemporanea perché cela significati diversi tra loro e molto profondi.
Una costante dell’artista è l’“energia in movimento”, “la fluidità del tutto” che si ritrova nelle sue opere, egli risente del pensiero orientale e cerca costantemente di recuperare il rapporto con la natura, con l’origine del mondo e la nascita della vita.
I suoi ultimi studi si concentrano sull’analisi dell’uomo, sulla sua ingenuità di rincorrere il progresso e di guardare al futuro; l’uomo si affanna nel cercare una verità che in realtà è dentro di lui, pensa ingenuamente di essere superiore e al di fuori del tutto e non si rende conto di farne parte ed esserne protagonista.
Sarebbe troppo riduttivo parlare di Pini come di scultore-orafo, lo definirei piuttosto un artista a tutto tondo: si cimenta in opere e materiali sempre diversi e nuovi, sperimenta cercando di raggiungere la perfezione e penso che il traguardo non sia molto lontano.


Chiara Innocenti