U.O.V.O. Un Opera Veramente Originale

venerdì 29 agosto 2008 alle 03:02

Sin dalle epoche più remote, per i celti, i greci, i fenici.. l’uovo, era l’origine del mondo. Nelle antiche culture orientali come nei testi indiani e tibetani, nel caos, descritto come forza vitale, l’uovo, era presente come germe od embrione della vita. Ma il simbolo di una nuova vita, di uovo sepolcro viene accreditato agli egiziani con il culto di Osiride, come promessa di rinascita. Interessante il ritrovamento di gusci di uova anche in alcune tombe etrusche, quale elemento votivo, come scrigno (VII-VI sec. A. C.).

Le sue metamorfosi rappresentative, si sono moltiplicate sino ad arrivare alla rappresentazione cinquecentesche, come quelle di Piero della Francesca (Sacra Conversazione, tela del 1470 ora a Brera) anche se pur rare nell’iconografia sacra.

L’uovo, interpretato nel tempo, come fonte di profondi significati religiosi e spirituali, ha assunto molteplici simbologie.

In quest’opera, l’artista Pini, descrive al meglio la sua personalità. Nasce dall’introspezione di se stesso, infatti, l’uovo plasmato, che cerca e non riesce a schiudersi e quindi a rinascere sotto altre sembianze. Implode su se stesso, e continua la sua metamorfosi, senza assumere altra sembianza.

C’è uno studio ricercato, di forma e sostanza, di finito e non finito, tipico per altro di altre sue opere (come l’anello conservato in mostra permanente al museo degli argenti di Firenze) o le sue sculture da indossare.

Le pietre , ametiste, e quarzi citrini, esplodono, emergendo dal guscio in bronzo dorato, ora poco e ora tanto,come schegge di materia compressa, ancora in fase di elaborazione. Per l’artista è una continua evoluzione, che non riesce a trovare sfogo, e qui l’implosione su se stesso, fino a diventare un’opera finita. L’uovo come simbolo di continua rinascita.

Dalle pietre che emergono, si formano giochi di luce, a seconda della disposizione dell’opera, quasi a catturare la curiosità dello spettatore, per poi abbagliarlo con tutta la loro brillantezza.


Barbara Magazzini